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Gli sembrava un regalo perfetto per la festa di suo figlio, finché non iniziò ad ammazzare tutti. “Puck” era una scatola di legno, un gioco meccanico realizzato probabilmente nel ventesimo secolo. C’era una manovella che sporgeva da un lato della scatola. Girandola si caricava la molla del semplice meccanismo interno, finché di colpo il contenitore non si apriva, facendo d’improvviso balzare fuori uno strano pupazzino dall’espressione dispettosa, con un cappello verde a falda larga, una cravatta giallina (decisamente sbiadita dal tempo) e una giacca nera con finiture dorate. Il vestiario somigliava a quello di una maschera carnascialesca, ma non corrispondeva a nessuna delle maschere storiche che si conoscono. Col naso rosso, gli occhi vuoti e le grosse sopracciglia corrucciate, Puck sembrava volerti giudicare severamente subito dopo aver tentato di spaventarti. In effetti aveva qualcosa anche del giudice novecentesco. Forse il colletto inamidato, o quei capelli neri che sembravano terminare con delle bassette ai lati del volto. Ad ogni modo, quando Andrea vide la scatola di legno su una bancarella alla fiera di Santa Lucia, non resistette alla tentazione di ruotare la manovella. Il fantoccio meccanico scattò fuori facendolo sobbalzare all’indietro per lo spavento, e le persone attorno a lui si domandarono cosa fosse accaduto perché era probabile che Andrea avesse anche emesso un gridolino stridulo.
«Le interessa?» Aveva chiesto a quel punto il proprietario della bancarella.
«Certo!» Aveva risposto Andrea. Non poteva non comprarlo, dopo quella figuraccia.
«Davvero divertente!» Aggiunse, andando via. Mentre scendeva lungo la via del mercato, schiacciò l’omino dallo sguardo minaccioso all’interno della sua scatola e la richiuse. Il cubo si sigillò con un click. Fu allora che Andrea pensò di conservare Puck il Magico (così c’era scritto sul cubo di legno) fino ad Gennaio, per poi regalarlo a suo figlio Lorenzo. Era un bravo ragazzo, avrebbe compiuto undici anni il prossimo mese. Le maestre, a scuola, lo adoravano. L’unica cosa di cui Andrea si rammaricava, era che stesse un po’ troppo incollato ai videogiochi. Trascorreva ore della sua giornata attaccato a computer, console, cellulare, tablet. Avrebbe voluto vederlo uscire più spesso, a giocare all’aperto, in bicicletta, o anche solo a ruzzolarsi su un prato. Ed ecco che il suo desiderio si era realizzato: proprio in quel momento Andrea si stava ruzzolando sul prato, mentre Puck lo prendeva a coltellate. Il pupazzo meccanico si era impossessato del coltello con il quale avevano tagliato la torta, una crostata di frutta. Per prima cosa aveva sgozzato Stefania, l’ex-moglie di Andrea, madre di Lorenzo, poi si era lanciato sui suoi amichetti. Puck spuntava all’improvviso da dietro le porte, da sotto le scale e da dietro le tende, accoltellando i compagni di classe di Lorenzo alle gambe o direttamente sul tendine di Achille, per poi raggiungerli e finirli con violenza inaudita. Il cappellino verde di quel piccolo mostro meccanico ormai era completamente coperto del sangue delle sue vittime. Lorenzo aveva provato a fuggire, aprendo la finestra che dava sul cortile per evitare di essere macellato come i suoi compagni di classe, ma Puck si era schiacciato e poi sfruttando la potenza della sua molla si era aggrappato a una tenda. Da lì, dondolandosi, era riuscito a scagliarsi oltre la finestra finendo proprio sul povero Lorenzo, che non poteva fare altro che urlare. Andrea uscì dalla porta sul retro giusto in tempo per vedere il coltello da torta di Stefania conficcarsi nel cranio si suo figlio. Gridò di dolore, lo fece al posto di Lorenzo che invece morì all’istante, col cervello spappolato.
«Perché?» Gridò Andrea. «Perché???»
Puck non comprese lo sgomento di quel delicato essere di carne. Quale altro avrebbe dovuto essere lo scopo della sua esistenza, se non quello per il quale era stato costruito, un secolo prima? Naturalmente spaventare a morte chi girava la sua manovella facendolo uscire dalla scatola.

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Comments

Claudio

è l'ultima inktober52 questa?

Gnometra

eh diffidare sempre dei pupazzi in bancarelle misteriose! XD

Bigio

Yep, ho "concluso" un ciclo. Fantastico. Ora posso riprendere a scrivere liberamente, o aderire a un altro schema. Ma credo che riprenderò il racconto a bivi.

Claudio

hai l'immagine con lo schema completo dell'inktober52 appena concluso? io ho trovato quello con valorizzato fino al 46

Claudio

o quelli che ti dicono: facciamo un gioco (cit.) XD