Orinoco /08 (Patreon)

Zei se ne stava sdraiata nel suo giaciglio un po’ arrangiato, gemendo sommessamente. Mi avvicinai e la vidi tremare. Rivolsi uno sguardo interrogativo a Sierran.

«È una delle sue solite crisi. Riesce a chiudere occhio solo per pochi minuti, poi le visioni trasformano il suo riposo in un susseguirsi di incubi e si sveglia ancora più stanca.»

Avevo appena terminato di ascoltare la spiegazione di Sierran, che Zeimaldes si contorse avvolgendosi addosso la sottile coperta che si era tirata addosso. Inarcò la schiena, vibrò le antenne in aria come fruste, spalancò le mandibole e poi le serrò di nuovo con forza, continuando a scattare e a flettere ogni muscolo, percossa da continui spasmi. Sierran mi oltrepassò e si gettò su di lei, afferrandole entrambe le braccia per i polsi.

«Dobbiamo solo impedire che si faccia male. Le passerà presto.» Mi gridò.

Mi avvicinai a Zeimaldes e notai che aveva già smesso di agitarsi: gli enormi occhi lucidi e spalancati puntavano la pupilla sottile verso di me. Mentre il corpo si afflosciava lentamente, come un palloncino bucato, mormorò qualcosa.

«Il suo cuore, Caidon… percepisco il suo cuore…»

«Cosa sta dicendo?» Chiesi a Sierran. Ma lei scosse la testa.

«Non ne ho idea.»

Zei si calmò del tutto e io ebbi modo di avvicinarmi ancora di più, sedendomi al suo fianco. Sierran annuì lievemente, le lasciò i polsi e poi si allontanò, concedendoci un momento da soli. Fu allora che cercai di spiegare a Zei la situazione:

«Zei… ascoltami, è importante. Sono appena stato dai Numaloric e loro…»

Fui interrotto bruscamente. Zeimaldes si sollevò a sedere, continuando a fissarmi con sguardo pieno di terrore. Mi afferrò il mantello logoro e fradicio che portavo attorno al collo e mi tirò verso di lei. Voleva assicurarsi che la ascoltassi con chiarezza, anche se le restava solo un filo di voce per parlare:

«Il suo cuore continua a battere nella mia testa, Caidon. Sta gridando, mi chiede di aiutarla. È da qualche parte, oltre le pianure dei brulicanti… un luogo chiamato “orinoco”… dobbiamo andare da lei. Devo andare da lei. Subito.»

«Zei, non possiamo partire adesso. Ci sono altre questioni più importanti che…»

«Tu non capisci, Caidon: io non andrò da nessun’altra parte. Morirò qui. A meno che non la salvi, interrompendo le sue grida di dolore. Non esiste un’alternativa, per me. Devi solo decidere se venire con me… oppure no.»

Mi lasciò andare, potei allontanare il collo e la testa dalla sua, mettere a fuoco meglio il suo volto… e la questione intera. Era chiaro che queste visioni la stessero tormentando da giorni e che non avrebbe resistito ancora molto. Adesso però era in grado di percepirne l’origine. Lontano da qui, giorni di cammino verso sud. Un periplo lungo e pericoloso che ci avrebbe portati lontani da tutto e da tutti, inseguendo un sogno, una visione, un’ossessione. Forse Zeimaldes era solo malata, forse non esisteva nessun richiamo, nessun grido di dolore e nessun battito cardiaco. Scostai lo sguardo dai suoi occhi per rivolgerlo a Sierran, che si era seduta vicino alla fiamma scoppiettante di un forno a legna. Anche se si era allontanata, sembrava essere al corrente di tutto. Forse non era la prima volta che Zeimaldes pronunciava quelle parole, forse aveva chiesto anche a lei lo stesso favore.

«Io resterò qui. Seguirò il volere dei Numaloric.» Disse ad alta voce Sierran.

Stava a me quindi decidere. Avrei potuto aiutare Zeimaldes a raggiungere l’origine delle sue visioni, oppure avrei potuto ignorare la sua richiesta e rimanere con Sierran. C’era addirittura una terza opzione: costringere Zei a rimanere contro la sua volontà.

«Va bene, ti guiderò attraverso le pianure.» Dissi a Zei. ➤ 14

«Non verrò con te. È un’impresa folle e non è il momento, Zei.» ➤ 26

«Zei, non andrai da nessuna parte, ci sono altre priorità, adesso.» ➤ 38