Via dal Nido /12 (Patreon)

Avanzi fino al corpo di Serena, che ti osserva con occhi vitrei da terra, morta e tumefatta. L’arpia ti sta osservando, ti sta giudicando, sta valutando quanto tu sia disposto a mettere in gioco pur di essere suo amico. Capisci di esserti infilato in un tunnel senza uscita: se non lo fai, ti ucciderà. Se lo fai, sarai perduto per sempre.

Sollevi il machete, e colpisci Serena la prima volta. Non importa che sia già un cadavere, ti senti come se la stessi uccidendo tu stesso. Dopo il primo colpo è tutto in discesa: un colpo dopo l’altro maciulli l’intero corpo, sotto gli occhi compiaciuti della creatura. C’è poco sangue, d’altronde deve essere morta molte ore fa, ma non per questo il gesto ti risulta meno macabro, anzi.

Al termine del tuo lunghissimo ed estenuante lavoro, l’arpia ti rivolge uno sguardo profondamente soddisfatto. È orgogliosa di te. Più orgogliosa di te di quanto non lo sia mai stato tuo padre, più orgogliosa di te di quanto non lo siano mai stati i tuoi amici. Sei davvero diventato suo amico, anzi di più: sei il suo unico vero amico. Tu ancora non lo sai, ma Desdemona si dimostrerà un’amica fedele e non ti abbandonerà mai, combatterà per te e ti aiuterà a sopravvivere fino all’ultimo istante della sua vita. Ti nutrirà e ti accudirà al pari dei suoi piccoli, che cresceranno forti anche grazie a te, al tuo amore e alle tue cure.

L’unica cosa che sai è che, per quanto tu possa vivere un’esistenza lunga e prospera, la tua anima sarà per sempre dannata.

So che può sembrare orrendo (per te che eri il protagonista e che hai vissuto questa esperienza deturpante) ma nonostante la tua brutta fine, questo era uno dei finali che avevo inizialmente pensato per il mio racconto, quindi… CONGRATULAZIONI per averlo raggiunto! Se vuoi ricominciare il racconto da capo, sappi che ci sono altri due finali come questo, cioè “veri”, che è possibile raggiungere in qualche modo. Magari vorrai leggerli. In tal caso, buona rilettura e buona fortuna!