Via dal nido /02 (Patreon)

Riprendi i sensi molte ore dopo. Come fai a sapere che sono trascorse ore? Innanzitutto perché non sei più sbronzo. Poi c’è questa cosa delle ferite sulle tue spalle che sono divenute uno schifo: il sangue si è seccato appiccicando la polo stracciata al tuo petto e alla tua schiena. E a giudicare da quanto il sangue si è seccato, devono essere trascorse delle ore. Infine ti accorgi di trovarti in cima a una montagna rocciosa, il sole sta sorgendo all’orizzonte e tra le tue gambe ci sono tre enormi uova, delle dimensioni di un ananas ciascuna.

Tutti indizi abbastanza chiari che ti suggeriscono che rispetto al momento in cui quella specie di uccello gigante ti ha afferrato devono essere trascorse, appunto, delle ore.

Osservi meglio il posto in cui ti sei risvegliato: si tratta di una zona circolare concava, formata da ciottoli di roccia grigiastra e farinosa disposti sapientemente uno sull’altro a formare una ciotola ampia un paio di metri, dentro la quale sei stato deposto. Deposto! Solo ora realizzi che quello in cui sei seduto deve essere una sorta di nido. E quelle che hai tra le gambe sono proprio le uova della creatura che ti ha rapito! Ma che razza di rapace sarebbe in grado di sollevare un uomo e portarlo... quassù? Ti sporgi leggermente oltre il bordo del nido di ciottoli. Cazzo, sei sulla punta di uno sperone di roccia che si erge sulla cima più alta di una montagna! Respiri bene, anche se fa freddo. Decisamente non arriveresti mai quassù indossando solo una polo. Ne deduci che devi trovarti a più di mille metri, ma meno di duemila altrimenti saresti morto assiderato. Non ci sono strade o sentieri che scendono dal nido, e il terreno pianeggiante più prossimo... beh, a occhio e croce si trova trecento metri più in basso, dopo una lunga e ripida scarpata. Anche se potessi raggiungerlo, non sei sicuro che poi da lì sapresti trovare la strada di casa. Oltretutto, non hai idea di quanto lontano l’uccellaccio ti abbia portato dal parco cittadino in cui ti trovavi. Non vedi città in lontananza. Solo l’orizzonte, e una splendida alba.

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