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C’erano tante cose che non ricordavo del mio rapporto con Veronica. Forse nella mia vita precedente eravamo fratello e sorella, o forse aveva ragione lei ed eravamo marito e moglie. Ma ora, in questa vita, non eravamo null’altro se non due disperati risvegliatisi in una bara metallica con il cervello sballottato da chissà quali procedure. Non ricordavo chi fosse Veronica per me, ma non potevo negare che rappresentasse ormai qualcosa per il me stesso di ora. Provavo qualcosa per lei, e si trattava di un sentimento sincero. Che fosse nato dalla nostra parziale amnesia, dagli eventi drammatici che stavamo vivendo oppure dalla confusione, era possibile. Ma non potevo che ammettere che quel sentimento ci fosse.

«Veronica… io ti amo.» Dissi, a mezza bocca. E anche rigurgitando un po’ di sangue che si era raggrumato tra le labbra e le gengive. Devo ammetterlo, non fu la dichiarazione più spettacolare che potessi fare.

«Sì, certo. – Mi disse lei, nascondendo un sorriso. – Magari ne riparliamo più in là, che ne dici?»

Non potei che annuire. Ma ero felice di averglielo detto.


Disegna un “” vicino al ritratto di Veronica, sulla sua Scheda del personaggio. Poi rimetti da parte la scheda.


«Ce la faccio da solo.» Dissi a Veronica. Lei smise di sorreggermi. Con un cenno della testa mi invitò ad avanzare senza cadere a terra. Le mie gambe ressero, e io le rigirai uno sguardo orgoglioso. Lei sbuffò. Entrambi ci avvicinammo alla porta della stanza dei cavi, che avevamo aperto prima che arrivasse il globuroide.


Speravo che Christopher fosse rimasto lì e stesse bene. [è richiesto che Christopher sia in squadra] ➤ 141

Mi chiesi se Ris fosse rimasto nascosto e in salvo.[è richiesto che Ris sia in squadra] ➤ 144

«Emi… siamo noi… sei ancora viva?» [è richiesto che Emi sia in squadra] ➤ 148

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