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Mi abbandonai a quella piacevole sensazione, ricambiando a mia volta il bacio. Mi chiesi cosa significasse quel gesto, se inconsciamente avessi accettato che io e Veronica fossimo una coppia, anche se non avevo alcun ricordo di noi due insieme. Le sue ciglia mi sfiorarono le gote, il suo respiro mi circondò la bocca, altri ricordi emersero dall’oceano scuro e nebbioso che vorticava nella mia testa. 

Era una giornata di sole e la sua luce riverberava sulle grosse foglie lucide di una magnolia. Ero seduto sotto la pianta, in mano avevo un libro, credo. La voce di Veronica mi giunse ad un orecchio e mi voltai. Era lei: capelli color rame, lentiggini sotto gli occhi e sulle spalle. Indossava un vestito leggero, estivo. Forse fa caldo, ma io non lo sento, sulla pelle. Sentii Veronica che continuava a sfiorarmi le labbra con le sue, e nel frattempo si stringeva a me, sempre più stretta. Odore di buono, di cucinato. 

Tornai nei miei ricordi e mi ritrovai seduto a tavola. Tovaglia di cotone bianco, con dei fiori azzurri, piccoli e intrecciati. C’erano tante altre persone, sedute al tavolo con me. Vicino a me c’era lei, Veronica. Mi sorrise. Forse eravamo già fidanzati? Il suo sorriso era carico di amore, ma non trovai conferma del nostro rapporto in nessuno dei suoi gesti. Ero circondato da un brusio indistinto e mi resi conto che si trattava del vociare disturbato degli altri commensali. Uno di essi, una donna di mezza età con gli occhi verdi come quelli di Veronica, si stava rivolgendo a me. Mi concentrai. Volevo che quel brusio diventasse comprensibile, volevo ascoltarla, capire cosa dicesse. Le dita della sua mano si aprivano e si chiudevano in un gesto che avrebbe dovuto accompagnare frasi pronunciate con serenità, di poca importanza, quotidiane. Emersi. 

Veronica mi stava baciando le gote, capii che voleva arrivare al mio orecchio sinistro. Mi stavo eccitando e non capivo se dovessi fermarla oppure assecondare il suo slancio di passione e abbandonarmi a queste effusioni imbarazzanti e nel contempo così piacevoli. “Le verdure grigliate.” Ero di nuovo a tavola. Tintinnio di posate. Le parole della signora con gli occhi verdi: “Passale a tua sorella.” Un brivido ghiacciato mi scorse lungo la spina dorsale. Con uno spintone allontanai Veronica che emise un breve lamento stridulo mentre si rovesciava a terra cozzando la schiena.

«Ma che cazzo fai???» Mi gridò, mentre si ricomponeva. Io ero ancora terrorizzato da quello che avevo appena ricordato. Mia sorella. Veronica era mia sorella? Nei suoi occhi lessi rabbia e disappunto. Consciamente stava cercando di giustificarmi vista la situazione attuale, la mia memoria fallace, il suo trasporto eccessivo. Inconsciamente mi stava mandando a fanculo con tutta la sua anima.

«Sei mia sorella! Tu… sei mia sorella!» Balbettai.

«Non dire stronzate.» Mi rispose a mezza bocca. Si mise seduta, si sistemò i capelli alla meglio. Nei suoi occhi c’era ancora rabbia. Si aspettava spiegazioni più credibili.

«L’ho ricordato… mentre mi baciavi. Una signora con gli occhi verdi… mi sono concentrato e ho compreso le sue parole… diceva che sei mia sorella.»

«Hai un bel casino in testa, Due. – Mi disse. – Vuoi sapere io cosa ricordo? Ricordo delle vacanze romantiche, forse una luna di miele. E il sesso. Tanto sesso. L’alba che sorge e noi che stiamo facendo sesso. Tanti cuscini, lenzuola viola. E quello nel mio letto sei tu.»

Non avevo parole per commentare.

«E poi ricordo un Natale, un regalo incartato male, un maglione orrendo. Nel biglietto c’erano parole dolci, e io ti perdonai di tutto mentre già pensavo a come disfarmi di quella roba. Fuori dalla finestra vedevo delle luci, una città, ma… non la riconoscevo. Ma riconoscevo il tuo odore. Sapevo che ti amo. So che ti amo. È stampato nella mia mente ed è la prima cosa che ho ricordato, assieme al mio nome.»

Si alzò e si allontanò di qualche passo, continuando a sistemarsi i capelli. Mi dava le spalle. Io non sapevo cosa aggiungere. I nostri ricordi non collimavano. Cosa significava?

Diminuisci il valore di Consapevolezza di 2 punti. Se la Consapevolezza dovesse arrivare a zero (o meno) ➤ 63.


Mi rivolsi a Christopher in cerca di chissà quale conforto [è richiesto che Christopher sia in squadra] ➤ 82

Pensai che Ris potesse capirmi e mi rivolsi a lui [è richiesto che Ris sia in squadra] ➤ 137

Raggiunsi Veronica per parlarle ancora [è richiesta Determinazione pari o superiore a 3 per intraprendere questa scelta] ➤ 112

Temporeggiai guardandomi attorno ➤ 95

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