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Il remake di questa striscia invece mi ha messo di fronte a diverse sfide. La prima è stata disegnare Wally giovane e intento a studiare: volevo mantenere un'impostazione semplice come nella striscia originale, quindi mi sono limitato a disegnare scaffali di libri (e un sasso come fermacarte). Sembra tutto un po' troppo moderno, ma in fondo l'anacronismo fa parte dell'umorismo di Drizzit sin dagli inizi, e mi è sembrato che la scena funzionasse. La seconda sfida è stata disegnare il "frontale" di Wally, una cosa che non si vede mai nelle strisce recenti perché ci induce a porci domande del tipo "da dove inizia il suo mento a punta?" senza poterci dare una risposta. Banalmente, ho sorvolato sul suo mento: quando è frontale, non si vede. Un po' come il naso di lupo Alberto, che di profilo è smisurato, di fronte è inesistente. Infine, la revisione dei testi. Volevo che il racconto di Dotto fosse un po' più "sentito" e che lo strafalcione finale fosse più realistico. Nella striscia originale Dotto racconta la cosa con poca enfasi, il che mi sembrava giustificasse poco le "ore" di ascolto alle quali fa riferimento Drizzit nella prima striscia, quindi ho riscritto le parti narrate cercando di renderle più partecipate. L'uso errato del "piuttosto che" finale, nella striscia 33 originale, era palese: il povero concittadino di Wally usava "piuttosto che" per fare un elenco di cose. Normalmente però, l'uso sbagliato che se ne fa non è quello di usarlo al posto di "e", bensì quello di usarlo al posto di "oppure", come si legge adesso nella striscia. Difatti ricordiamocelo, "piuttosto che" non ha una funzione disgiuntiva: indica una preferenza (è piuttosto un sinonimo di "anziché"). Il concittadino di Wally, nell'ultima vignetta, crede di dire che suo padre è bravo sia nella caccia che nella pesca, ma in italiano quella frase vuol dire che è bravo nella pesca anziché nella caccia. Quindi merita la morte.

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