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Osservatore IX possedeva ben tre telecamere, integrate in una struttura globulare che poteva orientare a piacimento, installata all’interno di un’altra struttura globulare che consisteva nel rivestimento di titanio anti-magnetico necessario per proteggere i suoi delicati circuiti dalle tempeste elettromagnetiche nelle quali sarebbe potuto incappare. Le tre telecamere possedevano lenti e filtri ottici differenti, in modo da poter riprendere diversi spettri di luce e analizzare così fenomeni atmosferici che l’occhio umano non avrebbe potuto carpire. La telecamera di Osservatore IX con il maggiore ingrandimento era in grado di effettuare zoom talmente potenti che il satellite bio-meccanico avrebbe potuto leggere un giornale aperto tra le mani di un abitante di Felix seduto su una panchina in un parco durante una giornata di sole. E in effetti, lo faceva spesso. A Osservatore IX piaceva dare un’occhiata ai titoli in prima pagina dei giornali di Felix. Spesso in prima pagina si parlava di politica, in alternativa di eventi mondani. Se non era “Il senatore Gwort nominato Ministro dei tre anelli” era “Pioggia di meteore devasta foresta di funghi nel sud del Popoah.” La maggior parte delle notizie comunque riguardavano solo quella manciata di nazioni che si auto-definivano più “avanzate”. Se il senatore Gwort fosse stato nominato Ministro presso le isole di Picha-picha anziché presso la fiorente e militaresca Tramfia, la notizia non sarebbe stata data in prima pagina, né ripresa dalla gran parte dei giornali stampati nelle altre nazioni “avanzate”. Ancora meno probabile che una pioggia di meteore caduta a Merallido, zona tecnologicamente arretrata e sfruttata selvaggiamente per le sue risorse naturali, potesse scuotere l’animo degli abitanti di Popoah, così indaffarati a preoccuparsi di portare avanti le proprie vite. Al contrario, il disastro avvenuto nelle foreste di Popoah aveva attirato i commenti contriti e le parole ricche di dovuta solidarietà della maggior parte dei capi di Stato. Osservatore IX annotava tutto nella sua memoria a tampone. Decine e decine di gigabyte di dati che forse, un giorno, sarebbero stati recuperati dai suoi costruttori, gli abitanti del pianeta Beatrice, distanti millemila anni luce dal pianeta Grondo, che era stato incaricato di monitorare. A causa dell’enorme distanza di Grondo da Beatrice, Osservatore IX non era in grado di comunicare con i suoi creatori, che però erano speranzosi, un giorno, in futuro, di riuscire a passare di lì per recuperare tutte le informazioni raccolte. Dopo centocinquant’anni di studio e archiviazione, Osservatore IX aveva ricevuto un debolissimo messaggio radio a lui indirizzato inviatogli dagli scienziati sul pianeta Beatrice. Il messaggio doveva essere stato inviato cento anni dopo la sua partenza, ma aveva impiegato cinquant’anni a raggiungere Grondo, nell’orbita del quale Osservatore IX si era piazzato già da un secolo. Inoltre il messaggio era brevissimo, e presumeva che il satellite bio-meccanico potesse rispondere immediatamente. Diceva: “Che si fa? Partiamo?”
Osservatore IX si affrettò a rispondere, ben sapendo che la risposta avrebbe viaggiato verso Beatrice per cinquant’anni, prima di essere captata dai figli o dai nipoti degli scienziati che avevano inviato il messaggio da lui ricevuto. Rispose: “Lasciate perdere. Non è cosa.”

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Comments

Riccardo Depaoli

Immagino la faccia degli scienziati che ricevono una risposta simile. Praticamente gli ha fatto capire di aver buttato 200 anni

Nicolò Olivieri

Vabeh in 200anni hanno fatto altre cose. Tipo monitorato dozzine di altri pianeti ugualmente inutili.