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«Il mio nome è Christopher. Sono stato riattivato sei [giorno standard] fa da uno sbalzo di tensione ambientale che deve avere casualmente donato un minuto e trentaquattro secondi di autonomia alle mie batterie a induzione. Ho approfittato del tempo a mia disposizione per trascinarmi verso una presa di energia, modulare il mio trasformatore in entrata e connettermi via cavo. La ricarica completa ha richiesto quarantasette minuti, un tempo insolitamente lungo, dovuto allo stato di deterioramento delle mie batterie, [probabilità maggiore]. Nell’attesa, ho operato una scansione dell’ambiente circostante: mi trovavo in una qualche discarica. Ero circondato da decine di altri operai sintetici in stato di avanzato degrado. Ho approfittato della cospicua quantità di materiale per sostituire alcune parti del mio corpo, troppo danneggiate per essere efficienti [lista disponibile]. Purtroppo non sono riuscito ad adattare alcuna [appendice motoria inferiore]. O meglio, dapprima ho pensato che avrei potuto installare in sostituzione dei piccoli cingoli appartenenti a un operaio sintetico che forse era addetto alle aree di scavo, ma producevano un rumore fastidioso e a tratti inquietante, e ci tenevo a fare una buona prima impressione sul prossimo. Quando finii di sistemare il mio corpo, erano già trascorse 96 ore dalla mia riattivazione. Credetti che fosse giunto il momento di abbandonare quel luogo triste e privo di opportunità. Ho cercato di…»

Mi feci avanti protendendo i palmi delle mani verso di lui. Non intendevo interromperlo, in realtà. Mi ero solo annoiato di stare ad ascoltarlo e volevo controllare che effettivamente non fosse armato. Christopher appoggiò il torso a terra e sollevò le mani. Frugai un po’ ovunque le mie dita me lo permettevano, e non trovai nulla se non grovigli di cavi, circuiti stampati e minuti ingranaggi.

«Posso interrompere il mio resoconto?» Chiese garbatamente.

«Sì, puoi interromperlo. – Gli concesse Ris. – Ma credo che tu possa rispondere almeno a qualcuna delle domande che tutti noi ci siamo posti da quando ci siamo risvegliati qui.»

«Anche voi vi siete risvegliati qui? Curioso.» Commentò Christopher.

«Non esattamente allo stesso modo. – Aggiunsi io. – Ma sì, siamo svegli da poco più di un’ora. Non sappiamo nulla di questo posto e del perché siamo qui. Abbiamo anche perso gran parte della nostra memoria. Tu conosci qualche dettaglio in più di questa struttura? Puoi aiutarci a uscire?»

Christopher ruotò la testa in direzione degli altri. Sembrava che li stesse ispezionando.

«Sinceramente, credevo che voi poteste aiutare me. Siete i primi artefici nei quali mi imbatto. Finora qui dentro ho incontrato solo globuroidi, e non sono molto amichevoli, come avrete sicuramente constatato voi stessi.»

Veronica scosse la testa.

«Fantastico. Un altro che non sa niente.»

Christopher vibrò e si voltò verso di lei. Sollevandosi sulle sue braccia, si spostò al centro della stanza, passandomi oltre.

«Grazie, [ragazza minacciosa], per il complimento implicito.»

«Quale complimento implicito?» Chiese Veronica.

«Ti sei rivolta a me chiamandomi “un altro”, quindi in maniera implicita mi hai considerato un elemento di un insieme comune. Ricambierò spostando i tag mnemonici collegati a voi presso un livello di confidenza più alto. Ma prima dovrei sapere i vostri nomi.»

Ris annuì e prese la parola.

«Purtroppo nemmeno noi conosciamo i nostri nomi. A parte Veronica, la “ragazza minacciosa.” Lei ricorda qualcosa in più rispetto a noi. Abbiamo deciso di darci dei nomi provvisori, sperando che la confusione passi. Io sono Ris, lei è Emi, e quello laggiù che ti ha appena esaminato è Due. È grazie a lui se noi tre siamo svegli. Eravamo conservati in delle scatole di metallo, laggiù. Due ci ha risvegliati.»

Ris indicò la parete delle alcove.

«Quel traduttore è tecnologia globuroide.» Commentò Christopher, notando l’aggeggio che fuoriusciva dall’orecchio di Ris, nonché il fatto che bisbigliasse in una lingua e che fosse tradotto ad alta voce nella nostra.

«Lo abbiamo trovato in questa stanza. Abbiamo molte ipotesi sul perché siamo qui, speravamo che tu potessi confermarne o smentirne qualcuna.»

«Sono a vostra disposizione.»

«Cosa sono i globuroidi, esattamente?» ➤ 47

«Cos’è questo posto, esattamente?» ➤ 56

«Come si esce di qui?» ➤ 64

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