Makhtum /017 (Patreon)

Veronica puntò lo scintillante fucile metallico in direzione dell’essere meccanico.

«Se mi viene anche solo il dubbio che tu sia pericoloso…» Ruggì, a denti stretti.

Non era esattamente quello che volevo che facesse quando le avevo detto di tenere sotto mira lo strambo robot appena entrato dalla porta, ma il risultato, in fondo, non era male. La creatura iniziò a vibrare, scossa da fremiti interni all’intreccio di cavi che gli scorreva tra le placche metalliche. Se avesse potuto, ne ero certo, avrebbe anche sollevato le mani. Non poteva, perché era tramite le braccia che si sollevava da terra.

«[Prego sbloccare imprecazioni]! – Disse, modulando l’espressione con un timbro vocale differente, sommesso. Nessuno di noi capì il senso di quella frase, ma subito proseguì ripristinando il normale timbro vocale. – Non sono ostile! Non ho intenzione di farvi del male! [Reverso], a dire il vero, anche io ho qualche problema con i globuroidi. Per favore, [ragazza minacciosa], abbassa quell’arma! Se ti scivolasse il dito sull’impugnatura finiresti per polverizzarmi!»

«È proprio per questo che la tengo puntata su di te, testa d’acciaio! Stai esaurendo il tempo per identificarti!» Gli gridò in rimando Veronica, muovendo qualche passo verso di lui.

«Mi chiamo Christopher. Sono un androide, modello Kyoto, numero di serie 4749. È tutto inciso all’interno del mio endoscheletro. Di quello che ne resta. Potete controllare, se volete. Non sono armato. E ho perso [appendice motoria inferiore].»

L’essere ruotò la testa verso di noi, poi verso Veronica, poi di nuovo verso di noi.

«Due…» Mormorò Emi afferrandomi un braccio. Capii che stavamo sopravvalutando il pericolo. Chiesi a Veronica di abbassare l’arma, e lei eseguì senza nemmeno protestare. A quel punto eravamo tutti abbastanza convinti, insomma, che quel robot non fosse una minaccia.

Aumenta il valore di Determinazione di 1 punto.

«Va bene. Ricominciamo da capo. Raccontaci chi sei.» ➤ 49