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«Davvero hai intenzione di farle prendere un’arma?» Mi chiese, Emi facendo attenzione ad abbassare la voce quanto bastava affinché Veronica non potesse sentirla. Veronica stava consultando il terminale-specchio, e sembrava piuttosto determinata.

«Ho come la sensazione che Veronica sappia usarle. – Le confessai. – Forse era una poliziotta o una militare di qualche tipo, non so. Sembra abbastanza sicura di se stessa. Dopo essersi ripresa, ho visto crescere un certo tipo di… determinazione in lei.»

«Sì… certo.» Fece lei, sollevando le sopracciglia fin sotto la frangetta.

«Dico sul serio. – Proseguii, un po’ risentito. – È come se sapesse quello che fa, o comunque se ostentasse una certa sicurezza. Forse c’è una latenza di addestramento militare nel suo modo di fare.»

«O forse è solo una maniaca del controllo. E ha una cotta per te.»

Restai stupito più dalla seconda parte di quelle parole che dalla prima. Avrei voluto ribattere ma non ne ebbi il tempo, perché Veronica emise un gridolino di soddisfazione e indicò un vano che si era aperto nella superficie dello specchio. All’interno c’erano due strani fucili. Erano chiaramente dei fucili, ma sembravano formati da un unico pezzo di una materia plastica leggera e lucida.

«Ris, ne vuoi?» Chiese Veronica, dando quasi per scontato che né io né Emi volessimo avere a che fare con un’arma. Forse Emi era effettivamente disgustata dall’idea di girare con un fucile, ma io non provavo alcuna repulsione a riguardo. Di nuovo, comunque, persi l’occasione di intervenire.

«No, grazie.» Rispose Ris.

«Mpf. – Sbuffò, prendendone uno in mano. – Questi cosi non hanno cinghie né tracolle, altrimenti li avrei presi entrambi. Vorrà dire che me ne farò bastare uno solo. Solo che… non saprei dire se sia carico o no.»

Lo puntò in direzione della parete opposta della stanza e fece scivolare il dito sull’impugnatura. Qualcosa fu espulso dalla punta dell’arma con un sibilo ovattato, e uno squarcio grosso come un pugno si aprì con fragore su una delle pareti metalliche di fianco alle alcove dalle quali eravamo usciti. Emi fece un balzo indietro e Ris emise un grido sintetico di terrore. Lanciai un’occhiataccia a Veronica.

«Direi che è carico.»

Segna “fucile a impulsi” sulla Scheda di Veronica, subito sotto alle capacità che sono elencate. Per il momento, rimetti la Scheda da parte.

«Ehi, Due… – Ris richiamò la mia attenzione. Quando mi voltai aveva un dito puntato verso l’alto e l’espressione assorta. – Ascolta.»

Un sussultare cadenzato si faceva sempre più forte. Proveniva dalla parete dove tutti avevamo ipotizzato che potesse aprirsi una porta. Qualcuno, o qualcosa, si stava avvicinando. Forse aveva sentito il rumore del colpo sparato da Veronica.

Ci preparammo al peggio. ➤ 46

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