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Dissi a Emi che scorrendo il dito sui caratteri impressi sullo sportello, il vano veniva sbloccato e la persona all’interno rilasciata. Glielo dissi ostentando sicurezza, anche se era semplicemente quello che avevo fatto poco prima per sbloccare il suo sportello, e quindi non potevo essere certo che funzionasse davvero in quel modo. Entrambi agimmo contemporaneamente, io per timore di avere torto, lei nell’illusione che sapessi cosa stavamo facendo. Funzionò.

– Allontanati. – Le consigliai. I rumori di meccanismi al lavoro all’interno della parete anticiparono l’apertura delle capsule rettangolari, espellendo due nuovi corpi sul pavimento. Li osservai, prima di agire. Emi, lievemente spaventata, indietreggiò di un altro passo. “Risolutore uno” era una donna dalla corporatura decisamente meno esile di Emi: lunghi capelli color rame le erano stati raccolti sulla nuca usando un sottile laccio azzurro. Si mise velocemente a sedere, il corpo ancora percorso da spasmi e brividi di freddo. Finì di tossire fuori il liquido blu che le si era condensato nella trachea, quindi iniziò a toccarsi la faccia, come se per la prima volta la stesse indossando. 

“Riserva emergenza due” era invece un uomo di bell’aspetto e di carnagione olivastra, con capelli ricci e radi e una schiena ampia e muscolosa. Osservando la pelle liscia del suo volto mi resi conto che entrambi eravamo perfettamente rasati. Come era possibile? Un’altra domanda che si aggiungeva al lungo elenco dei misteri. Tornai ad osservare il ragazzo. Con quel fisico avrebbe potuto essere un atleta. Non appena si rese conto di essere cieco prese a strofinarsi gli occhi con vigore, fin troppo vigore, rischiando di farsi male.

– Calmati, la vista tornerà velocemente. – Gli mormorai, avvicinandomi. – Sputa via il liquido che hai in bocca e fai un bel respiro. Se ti calmi, la confusione sparirà.

Emi vide il modo in cui stavo rassicurando quel ragazzo e tentò lo stesso approccio con la donna. Purtroppo non le andò molto bene. Si inginocchiò vicino a lei e le mise una mano sulla spalla, ma la donna fu colta di sorpresa, evidentemente non si era resa conto che ci fosse qualcun altro lì vicino, e reagì di conseguenza: si spaventò e spinse via Emi con violenza.

Emi barcollò indietro emettendo un gridolino involontario e isterico. L’altra ragazza fu assalita dalla rabbia, il tipo di rabbia che giunge all’improvviso per scuoterti quando sei paralizzato dalla paura.

– CHI SIETE? DOVE CAZZO SIAMO? – Gridò, cercando di rialzarsi in piedi. Ma non ci riuscì, i suoi muscoli erano ancora in parte addormentati. Ricadde pesantemente sul proprio sedere.

Continuai ad assistere il ragazzo, ancora molto disorientato. ➤ 54

Corsi a controllare che Emi stesse bene. ➤ 39

Andai a calmare la ragazza in preda al panico. [è richiesto Controllo pari o superiore a 4 per intraprendere questa scelta] ➤ 20

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