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È stato bello uscire con gli amici, stasera. Guardi l’orologio. Che cazzo di ore sono? Non riesci a leggere bene il quadrante, sei troppo ubriaco. Lucine verdi confuse, questo è tutto quello che riesci a distinguere sulla piccola placca che porti al polso. Lucine confuse che sembrano un tre… poi uno zero. Ci rinunci, devono essere le tre del mattino e se proprio devi concentrarti su qualcosa, è meglio che sia il mettere i piedi uno davanti all’altro, perché se non ti concentri, non riuscirai mai a tornare a casa.

Gli alberi del parco cittadino sembrano piegarsi su se stessi, e contemporaneamente su di te. Il cielo stellato è vagamente visibile sopra le fronde nere sulla tua testa, ma per quanto possa essere romantico smetti di guardare in alto perché ti fa girare la testa. I passi, devi concentrarti sui passi. Un piede davanti all’altro. Ti guardi attorno, c’è una panchina, la luce di un lampione che attira sciami di insetti. Starai andando nella direzione giusta? Di certo sei su una strada. Un vialetto. Insomma stai seguendo un percorso, e sei abbastanza sicuro che alla fine questo percorso ti condurrà a una delle uscite del parco.

Ma quanto cavolo hai bevuto? Era iniziato con una birra, due. Poi siete andati in quell’altro locale… quello con le insegne al neon e degli imbecilli che cantavano tanti auguri a te… lì devi aver bevuto qualche altro bicchiere. Poi Serena ti ha chiesto di accompagnarla a casa, che abita lì vicino. Invece ti ha portato in un altro pub, dove per non sfigurare hai preso rum e cola. È stato bello pomiciare con Serena, su una panchina di questo parco. Forse ti sei permesso anche una punta di lingua, in quel bacio, ma è stato un attimo prima di vomitare su un’aiuola. Tutti e due avete vomitato, dopodiché non c’era più molta voglia di riprendere a pomiciare. Vi siete salutati. Serena è scomparsa. Non era ubriaca tanto quanto lo sei tu, evidentemente. Non ricordi nemmeno come siete arrivati dal pub dove eravate alla panchina del parco. È buffo. Ricordi la lattina vuota, il bicchiere vuoto, poi… bum! Stavate pomiciando nel parco. Che buffo essere ubriachi.

Quasi inciampi sui tuoi piedi, sei costretto ad appoggiarti a un muretto di cemento che costeggia un fosso. Non era la direzione giusta, porcaputtana. Concentrati! Mentalmente provi a fare un recap della situazione.

Nome: _________________

Cognome: _________________

Sesso: sì grazie ahahahah no, dai non scherzare… maschile (credo)

Età: ventisette… ventotto… boh

Il recap non è andato benissimo, mi sa che sei ubriaco fradicio. Mentre ti sbottoni il colletto della polo, un verso stridulo e acuto squarcia il silenzio della notte. Cosa cazzo era? Stanno sgozzando un pollo, nei paraggi? Guardi in alto, vedi solo stelle, fronde nere degli alberi, foglie mosse dal vento, rami… di nuovo ti coglie un attacco di vertigini. Ti sporgi oltre il muretto scosso da un conato di vomito, ma hai già vomitato ogni cosa che avessi nello stomaco quindi finisci solo per strabuzzare gli occhi e sputare saliva nel fosso sottostante. Di nuovo quel verso. Un battito di ali, forte. Qualcosa ti afferra per le spalle e ti solleva. Un dolore acuto ti risveglia per un attimo dal torpore: artigli. Affondando nelle tue spalle, all’altezza delle clavicole. Il sangue caldo imbeve la stoffa della polo. Fa male. Guardi in basso e sei già a decine di metri dal suolo, sopra i pini e gli altri alberi del parco. Sei nel cielo notturno, tra le stelle, illuminato solo dal chiarore lunare. Sollevi lo sguardo e ti rendi conto che una specie di rapace gigante ti ha appena ghermito. Che cazzo hai bevuto per fare un sogno così vivido, orrendo e doloroso allo stesso tempo? …e se non fosse un sogno?

Provi a liberarti dalla presa del rapace gigante 25

Ti abbandoni a quel sogno senza senso 37

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Comments

Lucio Bevilacqua

37, sono restio a liberarmi dall'unica cosa che mi impedisce di precipitare di sotto

Claudio

37, bello una nuoval storia a bivi

Fusogeno

37 anch'io

Anonymous

Inizialmente avevo pensato a 25, poi ho fatto il tuo stesso ragionamento XD